“…Chi si accontenterebbe di un amore che si desse come pura fedeltà all’impegno preso? Chi accetterebbe di sentirsi dire: ‘Ti amo,perché mi sono liberamente impegnata ad amarti e perché non voglio contraddirmi.Ti amo per fedeltà a me stessa?’. Così l’amante chiede il giuramento e si irrita del giuramento. Vuole essere amato da una libertà e pretende che questa libertà come libertà non sia più libera. Vuole insieme che la libertà dell’altro si determini da sé a essere amore – e questo, non solo all’inizio dell’avventura, ma a ogni istante – e,insieme, che questa libertà si imprigioni da sé, che ritorni su se stessa, come nella follia,come nel sogno, per volere la sua prigionia. E questa prigionia deve essere insieme rinuncia libera e incatenata nelle nostre mani. Nell’amore,non si desidera nell’altro il determinismo passionale o una libertà fuori portata: ma una libertà che gioca al determinismo passionale e che aderisce al suo gioco. E, per quanto lo riguarda, l’amante non pretende di essere la causa di questa modificazione radicale della libertà , ma di esserne l’occasione unica e privilegiata”. Evidentement
Buona riflessione!
Dott. Marco Franceschini (tratto da: J.P. Sartre, L’essere e il nulla).