Amore oggettuale.

Quando10593220_742544499114728_1351139647793201207_n qualcuno ci desidera, la nostra esperienza soggettiva non coincide più con la nostra individualità,ma con il nostro essere carne e una tale trasformazione avviene attraverso il desiderio. Questa esperienza rappresenta anche un pericolo per l’Io e questo potrebbe spiegare come mai si ha paura di essere oggetto della bramosia dell’altro. “Essere trasformati in oggetto dimostra che un essere umano può dividere la sua vita con noi, significa che qualcuno può farci vivere la sua brama. In fondo, anche nelle condizioni più evolute dell’esistenza psichica c’è un desiderio mai risolto, che probabilmente ha le sue radici genetiche nell’infanzia, di essere considerati degli oggetti, così, come, probabilmente, ci hanno considerato i genitori al momento della nascita. Questo antico richiamo ce lo portiamo dentro. (Carotenuto A., Eros e Pathos).

Cosa vuole l’amante?

“…Chi si accontenterebbe di un amore che si desse come pura fedeltà all’impegno preso? Chi accetterebbe di sentirsi dire: ‘1613856_912043192164857_8696679347811509006_nTi amo,perché mi sono liberamente impegnata ad amarti e perché non voglio contraddirmi.Ti amo per fedeltà a me stessa?’. Così l’amante chiede il giuramento e si irrita del giuramento. Vuole essere amato da una libertà e pretende che questa libertà come libertà non sia più libera. Vuole insieme che la libertà dell’altro si determini da sé a essere amore – e questo, non solo all’inizio dell’avventura, ma a ogni istante – e,insieme, che questa libertà si imprigioni da sé, che ritorni su se stessa, come nella follia,come nel sogno, per volere la sua prigionia. E questa prigionia deve essere insieme rinuncia libera e incatenata nelle nostre mani. Nell’amore,non si desidera nell’altro il determinismo passionale o una libertà fuori portata: ma una libertà che gioca al determinismo passionale e che aderisce al suo gioco. E, per quanto lo riguarda, l’amante non pretende di essere la causa di questa modificazione radicale della libertà , ma di esserne l’occasione unica e privilegiata”.Evidentemente, cosa esige l’amante,secondo Sartre? Non di agire propriamente sulla libertà della sua amata, perché riconosce la libertà dell’altra anzi la desidera. No, l’amante desidera, forse, diventare l’oggetto che delimita il campo di questa libertà, quindi nelle parole di Sartre,vuole essere il”limite oggettivo” di questa libertà, il limite che essa deve accettare per essere libera.
Buona riflessione!
Marco F. (tratto da: J.P. Sartre, L’essere e il nulla)

Voglia di trasformarsi? No, grazie.

cammino

Spesso ci domandiamo perché abbiamo incontrato quella persona, oppure perché abbiamo scelto di frequentare, amare o sposare una persona che alla fine, sentiamo come un nemico da contrastare e gestire quotidianamente. Una persona con la quale, ci rendiamo conto di non poter “mettere le ali”. Tra le possibili risposte, forse il problema risiede nella bassa stima che abbiamo di noi stessi e…la PAURA! Così, attiriamo ripetutamente persone che ci dominano, ci giudicano continuamente, narcisisti e così via. Diamo così inizio ai giochi di potere, laddove inizia un estenuante braccio di ferro tra il sentimento e il potere…il tutto per mendicare una briciola di autostima. Strategicamente ed inconsapevolmente riusciamo, paradossalmente, ad allontanare e ad ignorare tutti coloro che potrebbero avvicinarsi a noi e che potrebbero aiutarci a diventare…. noi stessi!

Dott. Marco Franceschini   

Sulla coppia.L’immortalità dell’immaginazione.

Yoga-uomo-e-donna-1

L’immaginazione produce incessantemente possibilità, che la nostra predisposizione a immaginare riceve ed elabora…Ogni respiro che facciamo lo prendiamo dal cosmo. Inaliamo la sua aria; parliamo con il suo fiato; il suo pneuma è la nostra ispirazione. La parola “cosmo” indica un mondo conformato dall’estetica. “Cosmesi” e “cosmetica”, che derivano dal greco Kòsmos, alludono al significato greco originale, quando la parola rimandava alle vesti delle donne, alla decorazione e agli abbellimenti, a tutto ciò che è idoneo, ordinato, arredato e ben disposto, con connotazioni etiche di proprietà, decenza, onorabilità. L’immaginazione estetica è la modalità primaria di conoscenza del cosmo e il linguaggio estetico il modo più appropriato per formulare il mondo….Le caratteristiche durano sotto forma di immagini…E io posso immaginare uno scopo, per la complessità del pensiero nell’ultima fase: si sta formando una nuova intelligenza, che è necessaria. Ade, il mitico dio del mondo infero, dove vanno le anime dopo la vita e dove esse continuano a esistere come immagini, è stato descritto da Socrate (nel Cratilo) come il dio dall’intelligenza più raffinata. E questo spiega, dice Socrate, come mai le anime non ritornino nel mondo. In compagnia di Ade, è appagato il loro più grande desiderio: poter filosofare in eterno, con intelligenza, in un mondo composto totalmente di immagini… …Se il carattere di una persona è una complessità di immagini, allora per conoscerti devo immaginarti, assorbire le tue immagini. Per mantenermi in contatto con te, devo mantenere un interesse immaginativo non per il processo del nostro rapporto o per i miei sentimenti nei tuoi confronti, ma per le immagini che immagino di te. Il contatto attraverso l’immaginazione produce un’intimità straordinaria. Quando l’immaginazione si concentra intensamente sul carattere dell’altro, l’amore segue presto. Può ben darsi che i rapporti umani traggano beneficio dalla ripetuta esortazione ad amarsi l’un l’altro, ma perché un rapporto continui a vivere, l’amore da solo non basta. Senza l’immaginazione, l’amore ammuffisce in sentimentalismo, dovere, noia. I rapporti falliscono non perché abbiamo smesso di amare, ma perché, prima ancora, abbiamo smesso di immaginare.
Dott. Marco Franceschini (tratto da J. Hillman)